Siamo a Minster Lovell,
freddo e austero villaggio inglese. E al tempo stesso "paradiso
terrestre" del romanticismo nero. Un luogo fatato che è già da solo un
romanzo - un luogo, si direbbe, non troppo dissimile dalla brughiera selvaggia
delle sorelle Brontë. È il 1911. C'è nebbia. Albertina e Annetta Stevenson,
gemelle monozigote, arrivano da Londra per ereditare un cottage vittoriano in
seguito alla morte dei genitori, avvenuta sotto circostanze misteriose. Vestono
in modo identico, e si mostrano così integerrime, così schive, che il primo ad
accoglierle, o forse ad attirarle nella tela di un ragno, sarà uno strano
parroco, Padre Amos: le cui parole saranno sin da subito cariche di
agghiaccianti sottintesi. E sarà lui ad affidare alle sorelle Stevenson (l'una
insegnante di canto, l'altra organista) la gestione del coro della sua chiesa,
il coro "Amorino". Più che un semplice coro, un'umanità in miniatura,
dove a cantare sono gli abitanti stessi del villaggio, velocemente conquistati
dal rigore delle due ragazze. La sensualità, la compostezza, la grazia: quel
che appare delle due sorelle è un inganno. Ogni notte, quando l'oscurità scende
su Minster Lovell, sul fondo della quiete si odono delle grida spaventose. Chi
sono realmente Albertina e Annetta Stevenson? Perché il loro arrivo a Minster
Lovell coincide con una serie di inspiegabili accadimenti?
Nessun commento:
Posta un commento